“In pubblico fa il keynesiano ma dietro le quinte seguirà le politiche di Berlino“, sostiene Yanis Varoufakis ricordando la sua esperienza con l’ex gov ernatore della BCE che ne terremotò l’azione di governo facendo fallire le banche greche negandogli l’accesso ai fondi europei.
“Ricordo bene quando Draghi (all’epoca presidente della Bce, ndr) fu decisivo nella chiusura dei bancomat in Grecia, così da impedire che il popolo greco decidesse liberamente nel referendum in cui si decideva la posizione da tenere nei confronti di Bruxelles”, diceva l’ex ministro greco gia all’insediamento di Draghi. Ora, nell’intervista a FQ Millenium rincara la dose, aggiungendo nuovi particolari, e fa le sue previsioni sulle future politiche del governo italiano.
“Pochi giorni dopo (l’insediamento, ndr), e mentre le azioni delle banche greche crollavano in borsa, mi sono recato a Londra per un incontro con la comunità finanziaria. (…) L’incontro fu un successo e la mattina seguente i titoli delle nostre banche recuperarono il 20% del loro valore. Quello stesso giorno, Draghi annunciò però che la BCE si apprestava a negare le linee di credito alle banche greche, costringendole ad indebitarsi sui mercati a tassi ben più onerosi. Naturalmente, dopo la notizia, le banche persero tutto quello che avevano recuperato. (…) Ritengo che Draghi abbia violato ogni principio che dovrebbe guidare l’azione di un banchiere centrale (… quello di) garantire la sostenibilità finanziaria. Si trattò dell’inizio della campagna della BCE per asfissiare il nuovo governo e costringere il popolo greco ad accettare un nuovo enorme prestito. (…) Quando il 5 luglio 2015 i “no” al referendum sulle condizioni imposte dalla troika vinsero con il 61% (…) Draghi negò alle banche greche l’accesso alla liquidità causandone la chiusura. Draghi non ricattò direttamente ma fu lo strumento di ricatto utilizzato dalla troika, e in particolare dalla cancelliera Angela Merkel, per spingere il popolo greco a votare “sì”. La mia opinione è che avesse una sorta di accordo con la Merkel: lei lo avrebbe sostenuto contro la Bundesbank nell’acquisto di titoli di Stato italiani (…) in cambio avrebbe contribuito a mettere Atene con le spalle al muro. (…) Quando era alla BCE è stato molto chiaro sulla necessità di imporre politiche di austerità alle poplazioni e contemporaneamente fornire denaro gratuito alle oligarchie finanziarie. (… In Italia) Sceglierà di presentarsi come un socialdemocratico (… ma) dietro le quinte continuerà a favorire fedelmente la politiche austere che Berlino si attende da un capo di governo italiano. (…) C’è l’Italia dei finanzieri e quella che vive di rendita, che con il governo Draghi consoliderà e accrescerà il suo benessere. Le imprese di medie e grandi dimensioni beneficeranno dei soldi del Recovery Fund. Il resto, la maggioranza della popolazione continuerà a soffrire le conseguenze di una delle peggiori crisi economiche di sempre“. Parole profetiche, in quanto proprio oggi sono iniziate a circolare “voci” da Bruxelles sul ripristino urgente dei vincoli di bilancio nei Paesi UE.
Temi questi già anticipati a Radio Popolare nei giorni della nomina di Draghi a presidente del Consiglio.
“Indubbiamente Draghi è intelligente e molto competente, molto bravo a raggiungere i suoi obiettivi. La grande tragedia del popolo italiano è che i suoi obiettivi sono nemici degli interessi della grande maggioranza degli italiani. Draghi non sarà autonomo, come non lo era l’ex premier Monti. Dovrà riferire a partiti che ormai sono degli zombie ma soprattutto a Bruxelles e Berlino. Potrebbe anche avere una sembianza abbastanza keynesiana e socialdemocratica, in pubblico magari incolperà perfino Bruxelles, Francoforte e Berlino di non sostenerlo abbastanza, ma eseguirà tutti i loro imperativi.”
Ecco spiegate le ragioni del siluramento di Conte.