La portata e la dimensione delle fake news legate alla propaganda conseguente alla situazione in Ucraina ha raggiunto vette sinora impensabili. La crisi delle materie prime, in atto da anni, è ormai attribuita alla guerra, esclusivamente o quasi. Ma la situazione è ben diversa. Ecco come stanno le cose in te,ma di cibo, in particolare sul mercato mondiale dei cereali.
“Nel tempo del mercato misura di tutte le cose, l’approvvigionamento di cereali è caduto nelle mani di pochi giganti internazionali, le quattro sorelle del grano che prima erano sei. (…)
La FAO, l’agenzia dell’ONU per l’alimentazione, una fonte insospettabile di simpatie filo russe, ha affermato poche settimane fa che le scorte mondiali di cereali sono sostanzialmente stabili. La Banca Mondiale aggiunge che gli stock sono a livelli record e che tre quarti dei raccolti russi e ucraini sono già stati consegnati prima della guerra“. Infine, secondo le recenti dichiarazioni del Ministro degli Esteri Russo, Lavrov (08.06.2022, nell’incontro con il suo omologo turco), meno dell’1% del grano mondiale è stoccato nei silos ucraini.
“Dunque, il grano è usato come arma economica per realizzare ulteriori profitti, generare paure e indirizzare l’opinione pubblica rispetto al conflitto.” Una delle dimostrazioni più evidenti è che l’Ucraina, impegnata a denunciare i presunti furti di grano e il blocco dei porti da parte dei russi, non ha ancora iniziato a sminare i porti interessati dalle rotte dei cereali, adducendo motivazioni risibili.
Anche il cibo, dunque, è in mano a un pugno di giganti privati, in grado di affamare pezzi di mondo semplicemente fermando le navi o bloccando i silos secondo tornaconto. Fino a pochi anni fa il commercio cerealicolo era in mano a cinque aziende, dette le cinque sorelle, sul modello delle sette sorelle degli idrocarburi. Per un breve periodo ve ne è stata una sesta, la ravennate Ferruzzi al tempo di Raul Gardini