Il liberista neoclassico che i suoi aedi credono convertito al keynesismo più spinto fa copia-incolla da un editoriale di Giavazzi, suo ex collega di corso al MIT, già chiamato a a dirigere l’ufficio studi e a occuparsi della gestione del debito pubblico e delle privatizzazioni quando Draghi era direttore del tesoro, nonché relatore della tesi di laurea del figlio dello stesso Draghi.
Le posizioni ribadite dal presidente sono solo un assaggio degli amari bocconi che i progressisti dovranno ingoiare per sostenere l’ennesimo governo conservatore calato dall’alto, prima di andare a sfracellarsi nelle prossime elezioni. Ci sarà del metodo nella loro follia? Probabilmente Shakespeare ne rimarrebbe assai deluso.
E di quant'altre malcelate fonti d'ispirazione dispone il presidente? Anche questo fa parte dello stile Dragon Ball?
Altri ministri hanno rischiato il posto per molto meno (si ricorderà il caso della tesi della Madia)...